Month: December 2016

ARDEA

Ardea (Roma): Mura antiche in opera quadrata e la Rocca al tramonto (foto: m.v.)

Ardea, città preromana del cosiddetto Latium Vetus, la cui storia si intreccia con le mitiche origini di Roma e con la storia di altre antiche città costiere del Lazio (come Lavinium o Laurentum, oggi scomparse).

Terra dei Rutuli e del loro Re, Turno, sconfitto secondo la leggenda dai Troiani di Enea. Secondo Ovidio (Le Metamorfosi, Libro XIV), al suo nome è legato quello di un volatile, l’ardea cinerea, che fu visto volare tra le rovine della città dopo la sua distruzione:

“.ardea_cinerea_-horsens_midtjylland_denmark-8 tandaemque Venus victricia nati arma videt, Turnusque
cadit: cadit Ardea, Turno sospite dicta potens; quam postquam barbarus ignis abstulit et tepida latuerunt tecta favilla,  congerie e media tum primum cognita praepes subvolat et cineres plausis verberat alis. et sonus et macies et pallor et omnia, captam quae deceant urbem, nomen quoque mansit in illa urbis, et ipsa suis deplangitur Ardea pennis.
“(1)

Il Re Turno discenderebbe dai mitici fondatori di Ardea: Danae (dea lunare) e Pilumo (re silvestre, insieme al gemmello Picumno, figlio di Saturno).

Un altro mito, riportato da Dionigi di Alicarnasso, sostiene che Ardea fosse stata fondata dall’eroe Ardeias, uno dei tre figli di Odisseo e di Circe (cfr. Di Mario F., 2007). Questa seconda ipotesi darebbe un’ulteriore interessante chiave di lettura mitologica alla guerra tra Ardeati, discendenti da Odisseo, ed i reduci Troiani sbarcati sulle coste del Lazio: nel Latium Vetus, prima della fondazione di Roma, si sarrebbe assististo, su scala ridotta, ad una prosecuzione della Guerra di Troia. Sotto Ardea passa un piccolo fiume, l’Incastro (emissario del lago di Nemi, ormai declassato a “fosso”), alla foce del quale sorgeva, verosimilmente, Castrum Inui (come sembra ricordare anche il nome dello stesso fiume), ovverosia la fortezza di Inuus, divinità della fertilità dei campi e del bestiame, assimilabile a divinità minori come Pan, Priapo e Fauno. Scavi archeologici condotti nell’area (purtroppo non accessibili perchè condotti su terreno privato) supporterebbero tale ipotesi (cfr. Di Mario F., 2007).

                          (Scavi archeologici di Castrum Inui)

Nei pressi della foce dell’Incastro e non distante dall’antica Lavinium (attuale località di Pratica di Mare), probabilmente, sorgeva anche un antico Santuario dedicato ad Afrodite (l’Aphrodisium) che potrebbe essere stato distrutto durante le Guerre Sannitiche.

Agli inizi del IV secolo a.C., Marco Furio Camillo si recò in esilio volontario ad Ardea, e da qui parti alla riscossa contro i Galli di Brenno che avevano posto sotto assedio il Capitolium.

Citando Virgilio, possiamo concludere che di Ardea resta il grande nome, ma la fortuna è passata (“Locus Ardea quondam dictus avis et nunc magnum manet Ardea nomen,sed fortuna fuit“, Eneide – L. VII).

                                                                                                                                                  m.v.

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Note:

(1) “….Alla fine Venere vede suo figlio trionfare, e Turno cade. Cade anche Ardea, stimata invincibile finché Turno era vivo. Ma dopo che il fuoco dei Troiani la rase al suolo coprendo di ceneri calde le case, un uccello mai visto si levò in volo dalle macerie, sferzando col battito delle sue ali la cenere. Grido, magrezza e pallore, tutto s’addice a una città distrutta, e della città gli rimane il nome: Ardea piange la propria sorte con quel suo battito d’ali.”

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Riferimenti principali:

  • Di Mario Francesco, “Ardea, la terra dei Rutuli, tra mito e archeologia: alle radici della romanità. Nuovi dati dai recenti scavi archeologici”, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, 2007.
  • P. Ovidius Naso, “Metamorphoseon, Liber XIV”,  8 A.D. (DCCLXI A.V.C.)
  • Matricardi Silvia, “Ardea: terra antica con origini misteriose”,  http://www.castruminui.it/ardea-lastoria.html